Movimento hippie degli anni ’70, woodstock, le droghe leggere.

Movimento hippie degli anni ’70, woodstock, le droghe leggere.

Marzo 29, 2021 Off Di Redazione

Gli anni settanta rappresentano l’epoca della svolta culturale, infatti in Italia entra in vigore la legge del divorzio che denota un profondo e radicale cambiamento sociale. In America, invece, in quegli anni inizia a divulgarsi il movimento degli hippie e del “potere dei fiori”, il quale vede l’apice dell’evoluzione con il raduno in occasione del festival di Woodstock nell’anno 1969.

Questo decennio viene ricordato per l’intenso interesse verso il senso di spiritualità, soprattutto quella orientale, che viene introdotta in occidente da coloro che fanno parte del movimento hippie. Si diffonde una voglia forte di libertà di espressione, sia per quanto riguarda come vestirsi, quindi una nuova moda si affaccia sulla società, sia per quanto riguarda il concetto di sessualità, che viene svincolata dal significato tradizionale e questo concetto si legge in chiave del tutto innovativa, ma soprattutto provocatoria.

Esplode nel mondo della musica il rock di David Bowie che sfrutta il gioco dei ruoli, cioè quello maschile e quello femminile, ridefinendo i confini; la moda in generale mette al centro delle proprie creazioni il gusto personale e la libertà nella scelta estetica, per entrambi i sessi. Si tratta di una generazione che punta all’innovazione unendo vari stili e culture differenti e si punta ad un mantra che dice “sesso, droga e rock’n’roll”.

Rispetto alla tendenza che si era sviluppata nel corso degli anni cinquanta e sessanta che aveva come obiettivo una linea molto più da perbenista e limitata, la quale non dava molto spazio alla propria espressione individuale, quella che si sviluppa negli anni settanta si concentra sul movimento hippie, o come detto comunemente “figli dei fiori”. Questo stile si impone in maniera decisiva, dal momento che si differenzia dagli altri per essere particolare e originale, di base disordinato e non molto curato, ma di sicuro comodo e che rappresentava apertamente gli ideali che fanno parte dell’uomo libero.

Donne e uomini indossavano capi unisex, come le tuniche o delle lunghe camice, con l’intento di esaltare entrambi i loro generi a livello sociale. In linea di massima, l’abbigliamento di questo periodo si caratterizza per essere particolarmente colorato, molto allegro e estroverso, in via sperimentale. Si punta a realizzare capi del tutto innovativi, fatti con materiali della natura impreziositi da dettagli floreali. Ci sono dei capi degli anni settanta che sono diventati dei must e non tramontano mai, come i pantaloni a zampa di elefante indossati a vita bassa. Stessa cosa per le gonne ampie e lunghe che rappresentavano altri capi di vestiario molto diffusi ed erano realizzati in materiali del tutto naturali. A volte le t-shirt e le camice erano fatte di fantasie molto colorate e arricchite con dei fiori, create con la tecnica del “do it yourself”. Capitava spesso che le donne non indossavano il reggiseno, come simbolo di protesta e gli accessori che più amavano erano i copri testa, le bandane e le collane molto lunghe.

Il movimento hippie nasce dall’idea di creare qualcosa che va “contro moda” e i giovani di questo periodo si identificavano come fondatori della rivoluzione basando le loro azioni e i loro pensieri sul concetto del trionfo dell’amore libero e della nuova sperimentazione, che non riguardava solo il settore della moda ma anche e specialmente il concetto di sessualità. Gli hippie creano una corrente di controcultura che implementa le regole e i credo che fanno parte della religione induista, basata sul concetto di meditazione, sullo spirito religioso, il tutto che va verso uno stile di vita molto umile e basato sulle cose essenziali.

Il momento che maggiormente contraddistingue il movimento hippie degli anni settanta viene raggiunto nell’agosto dell’anno 1969 a Bethel a New York, cioè il luogo del Festival di Woodstock dove si radunarono oltre cinquecentomila persone, rappresentando ancora oggi l’esempio più importante della controcultura hippie che si basava sull’amore e sul concetto di fratellanza tra umani. Intorno a questo avvenimento si crea un mito, durante il quale ci fu il festival musicale tra i più famosi di tutti i tempi. Si chiamava la Fiera della musica e delle arti e si tenne nella località di Woodstock nella contea di Ulster, dello stato di New York. Inizialmente l’idea era quella di organizzare un piccola manifestazione musicale, ma nel giro di poco arrivarono tantissimi ragazzi da ogni dove, tanto da farlo durare un giorno in più rispetto alla scaletta prevista. Durante la manifestazione ci fu un incredibile uso di cannabis e Lsd e i ragazzi furono capaci di bloccare le strade della cittadina per diversi giorni.

L’idea in principio non era quella del festival, ma bensì quella di un semplice studio di registrazione che due imprenditori dell’epoca volevano organizzare per avere a disposizione un luogo tranquillo dove poter fare delle registrazioni, lontano dal caos cittadino. Poi si pensò di fare il festival, quando col passare del tempo ci si rese conto che stavano arrivando tantissimi giovani da ogni luogo e divenne un evento totalmente gratuito. Le centinaia di migliaia di persone ovviamente non erano previste, anche perché dai biglietti in prevendita si arrivava a circa duecentomila.

Durante l’evento di Woodstock, come del resto nel corso degli anni settanta, gli argomenti che furono maggiormente trattati e che più di tutti hanno interessato il movimento hippie sono quelli della musica, delle droghe e del sesso, tutti praticati liberamente senza nessun divieto o restrizione. La filosofia hippie si basava sul concetto di sviluppo della creatività e sul rapporto stretto con la natura e con gli altri organismi, con l’idea di base di poter rivoluzionare il mondo grazie alla diffusione dell’amore e della pace tra tutti. Una svolta fu data dall’introduzione del consumo di droghe leggere come quella psichedelica, nota come LSD. Si tratta di una droga che di solito non causa delle allucinazioni, ma comporta delle amplificazioni di tipo sensoriale e emotiva, causa la sensazione di esperienze mistiche e spirituali, come se si avvertissero dei cambiamenti nella percezione di sè stessi e della realtà circostante.

In quegli anni si diffonde un’altra droga, la Purple Haze che è una variante di cannabis sativa con delle tracce di indica e si tratta di una pianta dal colore viola e molto rintracciata per gli effetti psicofisici che comporta a chi ne fa uso. Gli effetti psichedelici della purple haze riguardano principalmente la creatività, il senso di euforia, una sensazione di benessere psicofisico che incrementa la percezione di fame evitando dei disturbi alimentari come l’anoressia.

Il fatto che ci sia un potenziamento del livello creativo indica che si rigenerano i sensi dell’individuo, quindi sia il corpo che la mente, trasformando chi la consuma e l’assume una persona che tende all’ottimismo, piena di energia, che si sente molto felice, dal momento che la componente della sativa incide in maniera positiva sulla ripresa della forze fisiche. Questi effetti possono durare per ore se non addirittura tutta la giornata, e successivamente si avvertono sensazioni di rilassatezza psicofisica. Comunque un sovra dosaggio può comportare degli effetti collaterali come quelli di tipo psichedelico, aumento degli stati d’ansia, la sensazione di paura e gli attacchi di panico, la dilatazione delle pupille, il cambio di frequenza cardiaca, le vertigini e le difficoltà di movimento.